Triuggio,7.07.2011

NON IMMAGINARE MA RICORDARE. LETTERA APERTA ALL’ASSESSORE ALLO SPORT E POLITICHE EDUCATIVE.


Ho letto l’inserto riguardante Villa don Bosco all’interno dell’Informatore comunale.
Nel tuo intervento, personalmente, ho trovato molto egoismo.

Amo Villa don Bosco quanto te e ho il tuo stesso desiderio di aggregazione. Ma non condivido assolutamente quel termine usato che definisce Triuggio una “città”. Intendete forse trasformare il paese in una nuova Monza? Cementificare, creare nuovo traffico per concentrare tutto il verde in un unico punto, in un unico parco?
Ti ricordo che più che “immaginare”, come dici nel tuo intervento, serve RICORDARE e MANTERE ciò che ci accomuna. Entrambi, nella nostra fanciullezza, ci siamo divertiti in luoghi verdi: Io nei cortili delle cascine di Tregasio e tu nel campo adiacente il condominio Brambilla.
Tutto quello che desideri, che immagini, c’è già. Le “braccia aperte” di cui parli, ci sono già. L’hai vissuto tu stessa ed è rimasto fino ad oggi. Gratis. Per tutti.

E ti invito a batterti perché i campetti non vengano cementificati perché sono, oggi, la tradizione di ieri. I cortili sono oramai spariti: la funzione aggregativa la svolgono proprio questi terreni, questi spazi verdi che, posizionati in aree già urbanizzate, permettono a mamme e nonne di controllare i loro bambini dai balconi, dalle finestre, sentendosi più sicure piuttosto che in un vasto parco che, addirittura, si collega ad un bosco. I campetti, quindi, in un certo senso, portano avanti una storia, parlano di un nostro modo di vivere, di stare insieme.
Mi piace immaginarti bambina, mentre raccoglievi i fiori nel campo, e ti sentivi sicura, protetta, con i tuoi amici, vicino a casa. Per questo dobbiamo mantenere queste nuove forme di “cortili” e, credimi, non è un’utopia: ci sono persino giovani e padri disponibili alla loro manutenzione pur di non vederli cementificati (vedi le foto allegate).
Inoltre è importante, secondo me, conservare la preziosa memoria collettiva che il parco giochi di via Diaz porta con sé. Mi riferisco alla dedica che commemora gli eroi martiri di Cefalonia e Corfù. E’ giusto educare i giovani al rispetto di questo ricordo.
Lo so, la risposta che va per la maggiore è: “Ma noi gli spazi verdi li spostiamo di pochi metri”. Io credo che non vadano né tolti, né scambiati. Il verde, se mai, va aggiunto.
Ma non è tutto.
Il progetto mi sembra improntato verso un esito puramente speculativo. Villa don Bosco pare ingoiare tutto, pur di soddisfare (così dice l’informatore) il vostro prestigio. Alla fine, di tutta questa “ricchezza” che dovrebbe confluire a Triuggio, ne faranno le spese i nostri figli e nipoti, che rimarranno per le strade, sempre più cariche di traffico, dopo l’orario di chiusura della Villa.
Nell’opuscolo si ha un’ attenzione particolare per l’ipotetico turista che, di passaggio, possa sentirsi a casa. E i cittadini? Non è loro diritto, prima di tutti gli altri, essere ascoltati?
L’attenzione al possibile turismo può essere positiva nel momento in cui si ascoltano prima le esigenze di chi utilizza quegli spazi. Ogni giorno.

Terruzzi Angelo
Comitato per Triuggio Onesta Verde Vivibile